«È unetà sperimentale. Ho la strana sensazione che nessuno è stato vecchio prima di me. La vecchiaia di chi mi ha preceduto non mi fa da modello e non mi prepara a niente. Per il corpo di ognuno, quando succede è per la prima volta.»
Nessuna generazione prima di questa ha raggiunto la vecchiaia in così numerosa formazione e in uno stato così attivo, e questo scrive Erri De Luca la rende oggi unetà sperimentale. Unoccasione, dunque, la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo di sé e degli altri, di allenare il corpo e la mente con maggiore consapevolezza e forse con più gusto. Non invece il momento, come pensano in molti, di guardare soltanto indietro. A che somiglia questetà? si chiede De Luca. Alla risalita di un bosco di montagna. Nel fitto delle conifere entra poca luce, vedo giusto quello che mi sta stretto intorno, ma verso lalto si diradano, si aprono radure, cè più luce. In questa età da cima del bosco vedo lontano, scorci di futuro, non il mio, quello senza di me. Il poeta Goethe morente pronuncia le sue ultime parole: Mehr Licht, più luce. Non è una richiesta, è la sorpresa di vederla splendere. Oggi vedo una gioventù che sente il proprio futuro tuttuno con quello della Terra intera. Guarda lontano, avvista lavvenire. Anche io, anche i nuovi vecchi vedono più lontano, in cima al loro bosco. Grazie anche al contrappunto di Ines de la Fressange, celebre stilista e amica dellautore, Letà sperimentale è un libro e al tempo stesso unoccasione, per scoprire quante possibilità racchiude la terza età ciascuno trovi la propria, e De Luca ne cita molte , e tutto il vantaggio di aver guadagnato lo slancio del tempo accumulato, potente catapulta del participio passato del verbo passare.